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5 Maggio 2020La crisi di salinità del Messiniano è un evento geologico durante il quale il Mediterraneo si è prosciugato quasi completamente, divenendo un enorme lago salato.
Quando avvenne la crisi di salinità
La crisi di salinità avvenne nel Messiniano, ovvero circa 6 milioni di anni fa (per esseri precisi 5.6 milioni di anni).
Perché avvenne la crisi di salinità
Sono state elaborate diverse teorie sulle cause della crisi di salinità del Messiniano.
La prima teoria si basava sulla tettonica a placche: il movimento della africana, e della placca arabica e euroasiatica portò all’isolamento del Mediterraneo.
In seguito, altri ricercatori proposero una nuova ipotesi, secondo cui la chiusura dello stretto di Gibilterra era dovuta all’abbassamento del livello del mare in seguito all’aumento della calotta glaciale antartica.
Un’ altra teoria spiegava questo evento come effetto di una combinazione di movimenti tettonici e dell’aumento dei ghiacci. Tuttavia, finora nessuna di queste ipotesi era stata dimostrata in modo concreto.
Uno studio del 2015 pubblicato sulla rivista Nature (https://www.nature.com/articles/ncomms9765), proposto da un team internazionale di ricercatori tra cui Fabio Florindo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha fornito una nuova convincente teoria.
Questo studio fornisce la prima prova geologica del legame tra espansione dei ghiacci antartici e la crisi messiniana, grazie allo studio di 60 carotaggi di sedimenti ricavati da varie campagne di perforazione intorno all’Antartide.
Inoltre è stato usato un modello computerizzato per simulare la crescita della coltre glaciale antartica, per vedere quale impatto potesse avere quella crescita, oltre all’ abbassamento del livello del mare.
La simulazione ha dato risultati interessanti tra i quali che, con l’evaporazione del Mediterraneo, la crosta terrestre intorno allo Stretto di Gibilterra iniziò ad alzarsi, per la mancanza del peso sovrastante dell’acqua. Questa situazione durò fin quando la crosta non comincio a rilassarsi e la calotta antartica si sciolse.
Evaporazione del Mediterraneo: le prove geologiche
Nel 1961, una campagna geofisica che indagò il fondo del Mediterraneo rivelò l’esistenza di un livello sismico fortemente riflettente, continuo lateralmente e delineante una struttura geologica ad una profondità tra 100 e 200 metri sotto il fondale marino.
Questo livello, denominato riflettore M (M reflector), segue fedelmente la morfologia del fondo marino attuale, presenta caratteristiche uniformi ed elevata velocità delle onde sismiche.
Dopo un decennio, delle perforazioni eseguite dalla Glomar Challenger (una nave oceanografica), durante la tredicesima campagna del progetto DSDP (Deep Sea Drilling Program), rivelò la natura del riflettore M: è un livello di sedimenti evaporitici (gesso e salgemma) con uno spessore che raggiunge i 3 km.
Quando il mediterraneo si riempì di nuovo?
Lo stretto di Gibilterra si riaprì all’inizio del Pliocene, le acque dell’Atlantico si riversarono in grande quantità attraversando un canale relativamente stretto: ciò ha potuto generare cascate con dislivello e potenze maggiori di qualsiasi cascata attuale.
Questo fenomeno, chiamato “alluvione zancleana“, durò relativamente poco (poche centinaia o migliaia di anni). Infatti le evidenze geologiche (ad esempio la formazione dei Trubi), indicano la presenza di sedimenti marini profondi con microfossili, che vivevano ad una elevata profondità, immediatamente sopra i depositi messiniani.
L’apertura dello stretto di Gibilterra dovrebbe essere avvenuta molto rapidamente (in termini geologici) e il riempimento del Mediterraneo avvenne in un centinaio di anni.
La miniera di Realmonte evidenza della crisi del messiniano
I depositi di salgemma formatisi durante la crisi del Messiniano si possono vedere nella miniera di Realmonte, in provincia di Agrigento.
Questa miniera è nota anche perché c’è una cattedrale di sale dove ogni anno, il 4 dicembre, viene celebrata una messa per la festa di Santa Barbara (la patrona dei geologi).
Approfondimenti
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